Quando si parla di minimalismo digitale, spesso lo si interpreta come una scelta stilistica per esprimere la moda del design pulito. In realtà, questa tendenza va ben oltre l'aspetto estetico: è una risposta concreta alle nuove esigenze del web, sia dal punto di vista tecnico, strategico e legale.
Riducendo il superfluo, vengono migliorate le performance, offrendo agli utenti un'esperienza più diretta e coinvolgente. Questa tecnica consente di ridurre il tempo che le pagine del sito impiegano a mostrarsi, evitando di conseguenza penalizzazioni da parte dei motori di ricerca.
Un sito essenziale, ben strutturato, con pochi elementi pensati con cura, riesce a comunicare meglio. Non serve riempire ogni spazio con informazioni, effetti grafici o animazioni: spesso è proprio l'assenza di distrazioni a rendere il messaggio più chiaro e memorizzabile.
I nostri siti e programmi web hanno una grafica semplice e ordinata, ispirata al mimimalismo digitale. Questa scelta ci consente anche di avere pagine "fluide", il cui contenuto si adatta sempre all'intera dimensione orizzontale dello schermo (senza spazi laterali inutilizzati, né barra di scorrimento orizzontale).
Dal punto di vista pratico, un sito minimalista è:
Inoltre, un design essenziale mette in risalto ciò che conta davvero: i contenuti, le richieste, i prodotti o servizi offerti.
Nella realizzazione di un sito, il minimalismo digitale invita a semplificare, a scegliere solo ciò che è davvero utile per l'utente finale. Bisogna curare l'aspetto comunicativo dei testi, coniugando completezza informativa con semplicità di lettura (un binomio complesso), bisogna evitare effetti visivi non funzionali e ottimizzare le immagini, per renderle leggere e non appesantire il caricamento delle pagine.
L'adozione dei principi minimalisti, semplifica l'adeguamento legislativo di un sito web, perché dal 28 giugno 2025 è entrato in vigore l'Accessibility Act (legge sull'accessibilità), la direttiva europea che punta a garantire pari accesso ai servizi digitali e tecnologici per tutte le persone, incluse quelle con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Tra gli ambiti interessati ci sono i siti e le applicazioni di e-commerce, che devono essere compatibili con screen reader, utilizzabili anche senza mouse, con testi alternativi per le immagini e sottotitoli nei video.
L'Italia ha recepito la norma, fissando un termine ultimo al 2030 per l'adeguamento, ma da fine giugno 2025 sono scattati gli obblighi per tutti i nuovi prodotti e servizi digitali immessi sul mercato. In Italia, queste norme sono nel decreto legislativo n. 82/2022, che estende gli obblighi di accessibilità anche al settore privato, ampliando quanto previsto dalla Legge Stanca del 2004 (Legge 9 gennaio 2004, n. 4), che si applica alle pubbliche amministrazioni, enti pubblici, aziende private concessionarie di servizi pubblici, aziende municipalizzate, enti di assistenza, aziende di trasporto e telecomunicazione a prevalente capitale pubblico, e a tutti i soggetti che usufruiscono di contributi pubblici o offrono servizi al pubblico tramite siti web o applicazioni mobili con un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro.
L'obbligo di adeguamento non riguarda tutte le imprese private, ma solo quelle con oltre 10 dipendenti e un fatturato superiore a 2 milioni di euro. Le microimprese sono esentate, salvo operino in settori specifici come il banking o i servizi pubblici essenziali.
Sono previste sanzioni economiche per chi non rispetta le regole.
È una rivoluzione digitale cruciale, con l'obiettivo dell'inclusività digitale: prelevare al bancomat, fare shopping online, acquistare un biglietto o usare un'applicazione dovrà diventare semplice per tutti. È Un passo avanti importante non solo per chi ha disabilità, ma per una società più giusta e accessibile per ogni cittadino.